Sempre la stessa emozione.

Dovrei esserci abituata, dopo una carriera più che trentennale, dopo gli anni trascorsi alla scuola elementare, alla scuola media, al liceo e sui banchi dell’università, dovrei esserci abituata, ma il primo giorno di scuola mi provoca sempre un brivido di emozione.

So già che domani mattina, quando percorrerò il breve tragitto che divide casa mia dalla scuola, sarò in anticipo, come sempre mi succede in questi casi, perchè non vedrò l’ora di incominciare un nuovo anno, una nuova avventura.

Entrerò in aula professori, per sicurezza darò un’occhiata all’orario (anche se è veramente arduo non riuscire ad imparare a memoria un orario di due ore), farò un giro di ricognizione nelle aule per accertarmi che tutto sia in ordine, che tutto funzioni, mi godrò gli ultimi innaturali minuti di silenzio dei corridoi vuoti, delle aule vuote e poi, prima che arrivino i ragazzi, berrò un caffè (a patto che la distributrice automatica non entri in agonia proprio domani mattina).

E poi il silenzio sarà spazzato via dalle voci dei ragazzi, le aule vuote si popoleranno e comincerà un nuovo anno scolastico, come sempre, come ogni anno.

Crespi d'Adda

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