Archivi giornalieri: 5 Settembre 2016

Il buon vecchio Quintiliano.

Minime iracundus, nec tamen eorum, quae emendanda erunt, dissimulator; simplex in docendo; patiens laboris; assiduus potius quam immodicus. Interrogantibus libenter respondeat, non interrogantes percontetur ultro. In laudandis discipulorum dictionibus nec malignus nec effusus, quia res altera taedium laboris, altera securitatem parit. In emendando, quae corrigenda erunt, non acerbus minimeque contumeliosus; nam id quidem multos a proposito studendi fugat, quod quidam sic obiurgant quasi oderint. Ipse aliquid immo multa cotidie dicat, quae secum auditores referant.

(L’insegnante) non sia per nulla irascibile, e tuttavia non finga di non vedere i difetti da correggere; semplice nell’insegnare, resistente alla fatica, costante piuttosto che troppo esigente. A quelli che gli pongono domande risponda volentieri, e interroghi di propria iniziativa quelli che non gli chiedono nulla. Nel lodare le esercitazioni dei discepoli non sia né severo né generoso, perché il primo sentimento suscita avversione per il lavoro, il secondo sicurezza. Nel correggere quei difetti che dovranno essere corretti non sia aspro né tanto meno offensivo; infatti proprio questo allontana molti dal proposito di studiare, cioè il fatto che alcuni rimproverano come se odiassero. Egli personalmente dica ogni giorno qualcosa, anzi molte cose, che gli scolari possano portare via con sé.

Ogni anno, prima che comincino le lezioni, mi ripeto queste “istruzioni per l’uso” del buon vecchio Quintiliano (uno che di insegnamento se ne intendeva) così, giusto per ricordare a me stessa che il lavoro più bello (e più antico) del mondo richiede attenzione, empatia, accortezza, calma, pazienza e tanta voglia di entrare in classe ogni giorno per insegnare e per imparare.

scuola rurale