Verso Artavaggio.

Il sentiero che sale dal paese ai Piani di Artavaggio (il mitico 24) si presenta subito bene, con uno strappo che taglia le gambe e rompe il fiato, poi quando la voglia di tornare indietro comincia ad insinuarsi anche nei pensieri dei più tosti, improvvisamente la pendenza si addolcisce e si continua a salire, ma in modo meno ripido, tenendo il lato sinistro della vallata, tra boschi sempre più radi e pascoli sempre più verdi.

Da bambina lo affrontavo con la naturalezza dell’età in cui non si sente la fatica, quasi correndo, ansiosa di raggiungere un casolare, più o meno a metà strada, dove sapevo che si poteva fare man bassa di lamponi dolcissimi.

Più su il sentiero sfiora delle rocce imponenti che rimandano l’ecco delle voci di chi passa di lì e, da bambina, mi divertivo a lanciare urla con quanto fiato avevo in gola per sentire la mia voce rimbalzare di roccia in roccia.

Oggi il sentiero è quasi impraticabile, ai Piani si sale in funivia o con una strada sterrata che si può percorrere con un fuoristrada o una mountain-bike, non si fa più fatica, ma manca un po’ il senso di scoperta e di avventura che, tanto tempo fa, rappresentavano la gioia della salita.

Moggio - Sentiero 24

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