E poi, alla fine…

E poi, dopo qualche giornata di afa quasi insopportabile, dopo ore passate ad ascoltare commenti politici su ballottaggi e Brexit, il mio desiderio di montagna, di fresco, di tranquillità ha avuto il sopravvento e sono scappata tra le mia montagne, per provare l’ebbrezza di trascorrere almeno una notte con le finestre socchiuse e il piumino sul letto.

Che bellezza entrare in casa e scoprire che la temperatura è di diciotto gradi, che bellezza dover cercare in fretta e furia un golfino, che bellezza dormire con un delizioso freschetto, nel silenzio del bosco e sentire, lontana lontana, la voce dell’acqua che scorre nella valle.

E poi c’è la gioia di uscire di casa, di andare in paese per bere un caffè e camminare in salita senza affanno e  senza sudare,  di guardarsi intorno in un paesaggio che le piogge abbondanti hanno reso ancora più verde.

Sono contenta come una bambina, ho voglia di canticchiare e di sorridere, ho voglia di restare qui e non tornare nella pianura coperta di foschia, avvolta nell’afa estiva.

Ma domani c’è un’altra sessione di esami, domani mi attende il lavoro e mi tocca lasciare il paradiso, ma è solo un arrivederci.

Moggio

 

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