Domani la maturità.

Una volta l’esame di maturità iniziava inesorabilmente il primo giorno di luglio, dopo un mese trascorso in uno studio matto e disperatissimo, dopo notti afose invase da stormi di agguerritissime zanzare e mentre i nostri compagni più giovani stavano già da tempo spaparanzati su tutte le spiagge del Belpaese, noi ce ne stavamo lì, pallidi e smunti, già sudati da buttar via alle otto del mattino, seduti (in posizione strategica) nei nostri banchi che, per un atto di pura pietà, erano stati trasferiti dalle classi al più arioso loggiato del primo piano del Liceo in attesa della dettatura delle tracce della prova di italiano.

Allora non usavano relazioni, saggi brevi o articoli di giornale, allora bisognava scegliere tra quattro temi dai  titoli secchi, mi sembra di ricordare vagamente una prima traccia con un confronto tra De Sanctis e Croce, e la traccia sul Leopardi su cui mi sono gettata a corpo morto, dopo una breve riflessione, scrivendo, come ho sempre fatto, direttamente in bella, senza correzioni o ripensamenti, spaziando tra “infiniti”, “pastori erranti” e ginestre.

Ho sempre scritto così, di getto, come se una voce nella mia testa mi dettasse il testo (e questa è già una bella fortuna) e ricordo vagamente di aver consegnato in fretta e di essermi data alla fuga.

Non ricordo un’ansia particolare, una paura particolare ricordo solo delle improvvise crisi di amnesia, che mi colpivano proditoriamente, lasciandomi  incapace di ricordare persino il mio nome.

La paura è cominciata dopo, dopo gli orali, dopo le urla scomposte di giubilo davanti ai tabelloni, ogni tanto mi prende la vaga fantasia che qualcuno mi comunichi che il mio esame è stato annullato e che devo affrontarlo di nuovo.

E’ una paura che, di tanto in tanto, popola anche i miei sogni (direi incubi) e mi sveglio con il batticuore, ma subito dopo tiro un sospiro di sollievo.

La maturità è definitivamente passata.

Vorrei fare coraggio ai ragazzi che domani affronteranno la prova di italiano:  non abbiate paura, la maturità, come tutte le cose della vita, passerà e tra un mesetto sarà solo un ricordo.

amleto

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