Archivi giornalieri: 14 Aprile 2016

Marcia indietro.

A due mesi dalla pubblicazione  della nota secondo la quale gli insegnanti (e i capi d’istituto) avrebbero dovuto compiere una serie di verifiche burocratiche e di sicurezza prima di salire sui pullman il Miur fa marcia indietro probabilmente anche per evitare il rischio fondato che molti rinuncino ad accompagnare le classi in viaggio.

A ben vedere anche senza la famigerata nota del ministero l’entusiasmo dimostrato dai docenti a riguardo dei viaggi d’istruzione è piuttosto limitato: accompagnare dei preadolescenti in viaggio (in un viaggio che preveda un paio di pernottamenti) non è una “passeggiata”, contrariamente a quanto pensano in molti non c’è alcun compenso aggiuntivo (… e pazienza), si dorme quattro ore per notte (… e sempre con un occhio solo), si deve stare attentissimi, contare e ricontare i ragazzi (non si sa mai), preoccuparsi di tutti gli imprevisti, della ragazzina che sta male, di quello che non riesce a richiudere la valigia, di quelli che non mangiano niente, di quelli che mangiano troppo, di quelli che non riescono a svegliarsi, di quelli che si svegliano troppo presto, dei cellulari smarriti, caduti, persi, distrutti, inesorabilmente muti.

Chi decide di accompagnare i ragazzi non è masochista, non è neppure un incosciente, semplicemente è un insegnante che crede nel valore educativo di queste esperienze e non solo, e non tanto, per quello che i ragazzi possono imparare in campo storico, geografico, artistico o scientifico, ma soprattutto perchè il viaggio è un’occasione per crescere come persone e come gruppo.

Una settimana fa, all’alba, poco prima di partire per Trieste con le terze medie, ho chiesto all’autista (decisamente con poca convinzione e con un po’ di ironia) di farmi dare un’occhiata al motore (occhiata che in realtà non ho dato: chi sono io per permettermi di dare occhiate ai motori?), poi durante il viaggio mi sono assicurata che fosse tranquillo e sufficientemente riposato e non perchè lo avesse prescritto il ministero, ma perchè sono consapevole che il conducente è una persona che lavora e che dalla sua serenità dipende la sicurezza di tutti quanti.

Gorizia