La valigia sotto il letto.

Una volta un’amica, scherzando sulla nostra passione per i viaggi, ipotizzò che mio marito ed io avessimo sempre una valigia pronta alloggiata sotto il letto, pronta per ogni evenienza, pronta per un viaggio breve o lungo, per una fuga in una città d’arte o per una settimana di scarpinate nei boschi.

La valigia, in realtà, non c’era (sotto il letto voglio dire), ma la voglia di partire c’era sempre e, non appena si presentava l’occasione, non ci pensavamo su troppo.

Eravamo giovani allora, viaggiavamo spendendo poco e quando eravamo in giro non badavamo alle comodità degli alberghi di lusso o ai cibi raffinati, l’unica nostra preoccupazione era di non sprecare nemmeno un minuto della vacanza (breve o lunga che fosse) e di riempirci gli occhi di paesaggi, di monumenti, di impressioni.

Sapevamo che ad ogni passo, ad ogni sguardo stavamo costruendoci un castello di ricordi che ci avrebbero accompagnato negli anni in cui non si ha più tanta voglia di viaggiare.

Poi, quando siamo invecchiati un po’, abbiamo cominciato a viaggiare in modo più tranquillo, senza lo zaino, ma con un comodo trolley, prenotando per tempo alberghi confortevoli e treni superveloci, magari concedendoci qualche passaggio in taxi e qualche sosta un po’ più lunga, seduti su una panchina a veder passare il mondo o a un tavolino di un caffè.

Ma lo sguardo attento e il desiderio di vedere, di conoscere, di capire non sono invecchiati e fino a quando è stato possibile abbiamo continuato a partire insieme e a viaggiare insieme.

Vicenza

 

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