L’incendio a est.

Questa mattina, come tutte le mattine, il cicalino fastidioso (e tarato altissimo per garantirmi il risveglio) mi ha buttato giù dal letto intorno alle sei e mezzo.

Il risveglio è sempre un po’ traumatico e, di solito, non è proprio un risveglio fino a quando non riesco a bere il primo caffè, preparato con il pilota automatico, mentre vago in stato semicomatoso per la cucina inciampando un po’ dappertutto.

Poi comincia la giornata.

Questa mattina, invece, mentre ciabattavo come al solito verso la cucina, la mia attenzione è stata attirata da una luce dalle sfumature rossastre che illuminava il corridoio e riempiva di riflessi i mobili bianchi dell’anticamera e del salotto, una simile ai bagliori di un grande incendio scoppiato laggiù all’orizzonte.

Lo stupore mi ha quasi distratto dal rito mattutino del caffè, ho aperto la finestra e sono uscita in pigiama (so che  pagherò la mia impulsività con raffreddore e mal di gola) a contemplare il sole che inondava il cielo di luce, mentre Venere continuava insistente a brillare nel pezzetto di azzurro più cupo.

Questo strano inverno ci sta regalando mattine stupende, colori accesi, bagliori di fuoco e tutte le sfumature del rosso e del giallo, ci sta regalando lo spettacolo incredibile della natura.

E poi, verso mezzogiorno la nebbia, ma non si può avere tutto dalla vita.

Cavenago di Brianza - alba

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