La porta chiusa.

Tra poche ore chiuderò definitivamente la porta su questo 2014.

E’ stato un anno difficile, trascorso per buona parte accanto ad un letto d’ospedale, in un’altalena crudele di speranze e di tristezza, ma è stato anche un anno bellissimo, l’ultimo anno insieme, gli ultimi giorni strappati alla malattia, gli ultimi giorni donati, come donati sono stati tutti gli attimi trascorsi dal giorno terribile della prima diagnosi, nel gennaio del 2004.

Se proprio devo fare il bilancio di questo anno che sta per chiudersi allora mi piace considerarlo così, come un dono.

Tuttavia non riesco a fare progetti o buoni propositi per il 2015, perché ormai da sempre ero abituata a progettare un futuro insieme e, anche se mi sforzo di attrezzarmi, non riesco ancora ad immaginare una realtà diversa.

Ci sarà il mio lavoro, sicuramente, forse ci sarà il desiderio di ritrovare legami e luoghi che avevo forzatamente trascurato, forse ci sarà anche la possibilità di donare un po’ di tutto quel tempo libero che ora devo imparare a gestire.

Spero che il prossimo anno sia comunque sereno e ricco di possibilità.

Questo è l’augurio che faccio a me stessa e a tutti: buon 2015.

Milano - Centro

 

2 pensieri su “La porta chiusa.

  1. filo

    ” Traversare il dolore
    come una stanza scura
    contando i passi, i fiati.
    Cercare nel chiuso
    un buco, una crepa,
    perché non sia memoria
    ma presenza
    in quell’assenza la luce.

    All’uscita sapere
    che toccherà tornare.
    E l’allegrezza ancora
    aspettando l’assalto.

    da Simmetrie di Elio Pecora.

    Pian piano uscirai dalle ombre, come ogni giorno, a partire dal solstizio d’inverno passato da poco,la luce aumenta, seppure di una impercettibile frazione di tempo. Auguri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.