Come le foglie.

C’è vento, oggi, il cielo è terso e le chiome degli alberi, ancora adorne di foglie che non si decidono ad ingiallire in questo autunno così poco autunnale, ondeggiano frusciando percosse con violenza dalle raffiche che hanno iniziato a soffiare inaspettatamente nella notte.

Le prime foglie secche, però, si sono già staccate, primizia della stagione, e volano danzando nell’aria portate da misteriose correnti che le innalzano da terra, le fanno cadere a spirale, le costringono in infinite, impensabili traiettorie, le allontanano dal ramo al quale, fino a poco fa, aderivano legate da una forza sottile come una tela di ragno.

Tornando a casa le ritrovo tutte lì, ammucchiate in un angolo di quiete tra il muro ed il cancello dove ad una ad una sono arrivate da molti luoghi e da molti rami e dove, grazie alla calma del vento che non riesce ad insinuarsi nello spazio ristretto, sembrano riposare esauste per il lungo cammino.

E mi vien da pensare che anche per noi esseri umani è un po’ la stessa cosa: il vento ci trascina per strade impensate, lunghe o brevi, tormentate o serene, ma ci ritroviamo poi in alcuni spazi che sono gli stessi per tutti noi e ci posiamo come per cercare conforto.

Sono gli angoli di quiete dopo i percorsi di gioie e di dolori e tutti noi, prima o poi, approdiamo ad un attimo di serenità dove il vento della vita non può insinuarsi.

Poi basta un soffio un po’ più deciso e la danza ricomincia.

Foglie e acqua

1 pensiero su “Come le foglie.

  1. filo

    Molto bella questa prosa poetica. In fondo, dice Szymborska, per fare una poesia
    “basta che qualsiasi cosa
    portata dalle parole
    stormisca, risplenda,
    voli nell’aria, guizzi nell’acqua,
    o anche conservi
    un’apparente immutabilità
    ma con una mutevole ombra”

    Buon fine settimana, Renata.

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