“Quanta strada…

…nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali” cantava Paolo Conte (ma anche Enzo Jannacci) in una delle canzoni che amo di più, una canzone dalle immagini estremamente efficaci come “quel naso triste come una salita” e “quegli occhi allegri da italiano in gita”.

Certo di strada ne ha fatta tantissima nella sua lunga vita, una vita lunga e ricca, affrontata con l’ironia pungente così tipica dei toscani che gli valse il soprannome di “Ginettaccio”, una vita di successi sportivi, alcuni mitici come la vittoria al Tour del ’48 (che avrebbe contribuito, secondo la vulgata, ad allentare la tensione dopo l’attentato a Palmiro Togliatti), ma anche una vita di scelte coraggiose che gli valsero, ad esempio, il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem.

Nell’immaginario collettivo è rimasta la rivalità con Fausto Coppi, e l’immagine stupenda dei due campioni, che dividevano gli italiani, che si passano una bottiglietta d’acqua durante una salita del Tour del ’52.

Oggi Bartali compirebbe cento anni e il Tour si avvicina alle Alpi: auguro a Nibali (che ha, anche lui, un naso un po’ triste come una salita) di rendere omaggio al grande campione del passato con una gara eccezionale.

Ghisallo

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