Le prime avvisaglie d’estate mi mettono addosso un desiderio irrefrenabile di uscire di casa per assaporare il fresco della sera mentre il giorno sembra durare sempre di più e il sole non si decide a tuffarsi dietro la linea dell’orizzonte.
Se la giornata è serena, come oggi, il cielo al crepuscolo diventa di un azzurro luminoso, dove occhieggiano le prime stelle e gli aerei lasciano le loro scie (chimiche?) di vapori leggeri che sembrano disegnare la volta celeste.
Anche se la stanchezza si fa sentire il fresco della sera, i profumi della terra, il canto dei grilli hanno il potere di rasserenarmi, soprattutto se i miei passi mi portano ai margini del paese, dove i campi mostrano lunghe file diritte di spighe non ancora mature e gli alberi si stagliano contro l’ultimo chiarore del cielo.
E’ un’ora di silenzio e di tranquillità, un’ora di pensieri un po’ malinconici un po’ dolci, un’ora di ricordi struggenti.
Poi il buio della notte mi avvolge.