Vite parallele.

Mi piace, quando vado a trovare mi madre, alla fine di una giornata di lavoro, starmene lì a fare quattro chiacchiere anche con gli altri ospiti, quelli che, magari, sono un po’ più soli perchè i parenti abitano lontano o lavorano fino a tarda sera e possono venire a trovarli solo al sabato o alla domenica.

C’è un signore che, quando mi vede, si fionda sulla poltrona accanto alla mia, saluta gentilmente mia madre e me e se ne sta lì, in compagnia, silenzioso, come se non volesse disturbare.

C’è il signore che passa in corridoio verso l’ora di cena e si sofferma ad aggiornarmi sui risultati delle partite di campionato, di coppa, delle amichevoli e di quelle benefiche con particolare entusiasmo se l’amatissima Juve ha vinto (non ho cuore di confessargli che io tengo al Milan).

C’è una signora dal volto dolcissimo di bambina, con gli occhi chiari chiari che mi ripete spesso che vuole salire al piano di sopra (peccato che ci troviamo all’ultimo piano e sopra non c’è che il tetto)

C’è una signora, apparentemente lucida e tranquilla, che ogni sera mi saluta perchè deve andare a casa ad accudire i numerosi figli che stanno per tornare da scuola.

E poi c’è un vecchietto simpaticissimo e molto colto che se ne sta sempre in disparte a leggere un romanzo o un saggio storico ed è un piacere parlare con lui perchè di libri ne ha letti veramente tanti e ci scambiamo letture, commenti, suggerimenti.

Mi piace parlare con queste persone, ascoltare i loro racconti qualche volta confusi, ma che restituiscono frammenti di vite lunghe e difficili, ma anche felici, racconti di lavoro, di guerra, di emigrazione, di quieta serenità familiare.

Mi piace ascoltare e so che a loro, ai miei amici, piace che qualcuno li ascolti anche se dopo pochi minuti può anche succedere che abbiano scordato tutto.

1 pensiero su “Vite parallele.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.