Pentimenti

“Orribil furon li peccati miei; ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei” così Dante (Purgatorio 3, 103-145) fa dire a Manfredi, morto scomunicato e, come tale, non sepolto in terra consacrata, ma accolto in Purgatorio dalla misericordia di Dio che ha accettato il suo tardivo pentimento.

In questi giorni, mentre si fa un gran parlare delle esequie di Erich Priebke, mi sono tornati alla mente questi versi immortali e mi sono chiesta, al di là dei proclami, dei testamenti più o meno spirituali, delle dichiarazioni, mi sono chiesta, dicevo, chi può veramente conoscere il segreto di un’anima.

Anche se Priebke ha sempre affermato di non essere pentito e, addirittura, ha negato la verità della Shoah, mi ostino a pensare, proprio perché credo (come Anna Frank, giovane vittima dell’orrore che si vorrebbe negare) che nessun uomo possa e riesca ad essere tanto malvagio, soprattutto alla fine di una lunghissima vita.

È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo che può sempre emergere.

(Anna Frank, Diario).

Spero con tutto il cuore che la Provvidenza gli abbia concesso la consolazione del pentimento.

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