Dante for dummies.

Di solito anch’io svolgo un po’ di compiti delle vacanze (mica solo i ragazzi, che diamine!) per preparare il lavoro per l’anno scolastico imminente (per quanto lunghe possano sembrare le vacanze l’anno scolastico è sempre imminente) e in questi giorni sto dando un’occhiata alla Divina Commedia perchè a settembre molto probabilmente mi toccherà in sorte una seconda media e un po’ di Sommo Poeta è inevitabile.

Il primo incontro con Dante per i ragazzini è sempre traumatico.

Di solito leggo ad alta voce le primissime terzine e ottengo quasi sempre la stessa richiesta: “Ce lo traduce Prof?”.

E’ difficile spiegare loro che il poema è scritto in italiano (magari un po’ stagionato, ma pur sempre italiano).

Di solito iniziamo  studiando la struttura del poema, il gioco delle allegorie, i personaggi rappresentati, la visione del mondo e poi si passa alla lettura dei testi e, a poco a poco, i ragazzi entrano nella complessità dei versi e cominciano a capirne il linguaggio.

Alla fine l’approccio con l’opera dantesca diventa una sorta di caccia al tesoro, una sfida per le loro intelligenze, difficile, certo, ma affascinante e (incredibile, ma vero) al lungo andare Dante finisce per piacere.

Tutto il trucco sta nello scegliere i testi più accattivanti, soprattutto tratti dall’Inferno, e nel proporli come un grande gioco di decodificazione, una sorta di enigma.

L’amore per la poesia dantesca verrà, alcuni anni più tardi forse, ma verrà.

 

 

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