Archivi giornalieri: 4 Agosto 2013

Incompresi.

Scrive Beppe Severgnini, con la consueta lucidità, che il mondo ci guarda e non ci capisce, non capisce la fibrillazione in cui è caduta la società italiana in questi giorni, non capisce come si possa accettare che il consenso assicuri una sorta di immunità permanente, non capisce come una condanna definitiva possa trasformarsi, per magia, in un trampolino di lancio per nuove mirabolanti imprese.

Non ci capiscono i popoli che hanno nei loro statuti strumenti come l’impeachment o che, per una reticenza su comportamenti personali poco corretti, bruciano la carriera politica di un candidato alle massime cariche.

Non ci capiscono i popoli per i quali una scorrettezza, come aver scopiazzato una tesi di laurea, è cagione di dimissioni e di ritiro dalla vita pubblica.

Si dirà che sono esagerazioni.

Come si dirà, anche, che le condanne possono essere ingiuste (come d’altra parte sono ingiuste certe assoluzioni per vizi formali, per prescrizioni dei termini, perchè nel frattempo il reato non è più reato): succede.

Quello che conta è che una sentenza definitiva, per quanto contestabile, per quanto inaccettabile (o come si usa oggi irricevibile), è una sentenza e va applicata anche se non ci piace.

Il rifiuto di farlo è ciò che gli altri non capiscono e, francamente, anch’io ho qualche difficoltà