Barriere.

In questi giorni di vacanza ci dedichiamo a tranquille passeggiate in paese e, come scrivevo nel post di ieri, a qualche giro sul lago usufruendo della Carta  regionale di Trasporto (che la Regione Lombardia fornisce gratuitamente alle persone affette da gravi disabilità e ad un accompagnatore).

Si tratta di un piccolo privilegio del quale sicuramente mio marito avrebbe preferito fare a meno, ma, visto che c’è, tanto val servirsene per raggiungere Lecco e, da lì, spostarsi lungo le sponde del Lario con i treni regionali che, per fortuna, sono abbastanza frequenti.

Purtroppo però, c’è un “però”: per chi ha difficoltà di deambulazione e per chi è costretto su una sedia a rotelle, le stazioni e i vagoni stessi oppongono ostacoli praticamente insormontabili, i binari interni sono raggiungibili solo per mezzo di scale, le vetture hanno gradini altissimi.

Mio marito cammina con qualche difficoltà, pur senza ausili particolari, ma quando deve affrontare la scaletta di un vagone o salire e scendere velocemente le scale di una stazione (perchè il treno viene spostato di binario all’ultimo momento) sono guai.

Mi rendo conto che dobbiamo ancora fare tanta strada nella direzione dell’abbattimento delle barriere architettoniche, ma un Paese civile non può ignorare le persone anziane, le persone disabili o anche le giovani mamme che intendono spostarsi con un mezzo pubblico portando un bambino su un braccio e il passeggino sull’altro.

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