Diciamolo ai nostri ragazzi.

Diciamolo ai nostri ragazzi quando li vediamo venire a scuola svogliati e rattristati all’idea di sedersi nel loro banco, di ascoltare le lezioni, di studiare, spieghiamo loro che non per tutti l’istruzione è un diritto acquisito, spieghiamo loro che ci sono persone, come Malala, disposte a battersi, a rischiare persino la vita per affermare il loro diritto di studiare.

Allora forse capiranno che la loro scuola non è una condanna ai lavori forzati, ma un privilegio che molti loro coetanei (e soprattutto coetanee) non hanno.

Allora sicuramente capiranno che andare a scuola può essere un gioia: la gioia di imparare, la gioia di condividere un cammino con i loro compagni, la gioia di affrancarsi dalla miseria dell’ignoranza.

Allora capiranno che devono sfruttare al massimo le opportunità che la scuola offre loro, che devono spremere i loro insegnanti come limoni per ottenere da loro tutto ciò che possono offrire.

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