Brevissima fuga.

Ogni tanto ci vuole una breve fuga, magari un po’ improvvisata, in mezzo alla settimana degli orali, tra una sessione e l’altra, ci vuole perchè se è vero che gli esami sono stressanti per gli allievi, in fatto di stress anche gli insegnanti non scherzano.

E poi c’è il caldo, c’è la stanchezza accumulata durante tutto l’anno scolastico, c’è la fatica della correzione dei temi e delle prove Invalsi completata a tempo di record, ma con l’attenzione speciale che gli esami meritano.

Tutto questo giustifica la voglia di scappare e allora si cerca una meta a portata di mano, si prenota un treno veloce veloce, si trova un piccolo albergo delizioso ed accogliente e si va, anche solo per ventiquattro ore, con il desiderio di ritagliarsi una piccola parentesi di quiete.

Giovedì e venerdì siamo andati a Rovereto e non solo per rivedere il Mart (che avevamo visitato nel 2003) e la Casa Museo di Depero (che allora era chiusa), ma anche per verificare se, nonostante la malattia e la sua invalidante presenza, siamo in grado di regalarci ancora piccoli spazi di normalità.

Certo, non abbiamo più un ritmo da infaticabili globetrotter, camminiamo lentamente, spesso ci fermiamo in un bar a sorseggiare una bibita fresca, scegliamo mete dalle dimensioni ridotte, ogni tanto ci concediamo un tratto di strada in taxi, molte cose non sono più come prima, ma l’importante è non perdersi d’animo e riuscire a godere delle piccole gioie che la vita ci può offrire.

Rovereto

 

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