L’amico della Sciura Pina.

Ho un amico un po’ “particolare”, un signore non ancora settantenne ricoverato nella stessa casa di riposo dove è ospitata mia madre.

Pur non essendo molto anziano è affetto da una grave infermità che lo ha costretto da diversi anni sulla sedia a rotelle, di solito è molto riservato, se ne sta in camera sua a guardare la televisione, partecipa poco alle attività di gruppo e fa capolino solo per recarsi in sala da pranzo.

E’ un grande appassionato di sport in generale e di calcio in particolare, tifosissimo della Juventus segue tutte le partite e anche gli infiniti dopo-partita consumati in eterne discussioni fra giornalisti ed esperti di calcio.

Anche lui, a suo modo, è un esperto e deve aver deciso che la sua “mission” consiste nell’acculturarmi in questa disciplina sportiva.

Così, tutte le sere, mentre si reca a cena, si sofferma in corridoio, saluta calorosamente mia madre e poi mi racconta azioni, schemi, formazioni, pettegolezzi sul calcio mercato con una competenza e una precisione incredibili.

Mia madre, con l’egoismo tipico dell’età, si secca un po’ perchè si sente derubata della mia attenzione e allora cerco di farla partecipe di discorsi che, per lei, non presentano nessun interesse e così lei si rasserena e il “mio amico” sorride contento di poter condividere le proprie passioni.

Qualche volta arrivo “preparata” sulle partite del giorno prima (ce n’è sempre almeno una e mio marito è, a sua volta un esperto) e così posso interagire simulando una competenza che sono ben lungi dall’avere.

Amo questi pochi minuti di colloquio perchè ho l’impressione di riuscire, nel mio piccolo, a creare un piccolo spazio di confidenza e di simpatia.

Lo dico sempre: a volte basta proprio poco.

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