Il primo giorno d’estate.

Dopo tanti giorni di pioggia, di freddo intenso, di neve a bassa quota e persino dopo una tromba d’aria che ha attraversato una striscia di paese devastando tutto ciò che è riuscita a trovare sulla sua strada, dopo tutto ciò stamattina il sole era così caldo da sembrare finto.

Ci siamo azzardati a fare un giro sull’Adda, sbagliando completamente abbigliamento come se avessimo paura di fidarci del sole e del calendario, come se fossero innaturali l’aria calda e il cielo terso.

E così, dopo aver sudato come cammelli (chissà se i cammelli sudano?), abbiamo deciso che era finalmente giunto il momento di concederci un gelato, rinunciando alla cioccolata con la panna o al caffè caldo (le bevande più gettonate nelle ultime settimane).

Evidentemente molte persone avevano avuto la nostra stessa idea e davanti alla gelateria sulla sponda del fiume c’era una coda infinita di persone che aspettavano più o meno pazientemente il loro turno e il meritato cono, così abbiamo deciso di sederci a un tavolino e, dopo aver consultato una lista di coppe dalla varietà imbarazzante, abbiamo scelto quattro gelati sontuosi.

Al momento di pagare il conto il cameriere si è “dimenticato” lo scontrino e, alla nostra richiesta, ci ha guardati stupiti come se avessimo chiesto la luna, poi si è dileguato nel nulla.

Ora mi chiedo: chissà se sono stati “dimenticati” anche  gli scontrini di tutti i clienti in fila?

Imbersago

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.