Banalità.

Lo so è banale parlare del tempo: il clima è l’argomento principe da usare quando non si sa di cosa parlare (ma sarebbe brutto stare zitti).

Anche i telegiornali, quando non ci sono notizie importanti (o quando lo sono troppo) aprono col meteo che, per inciso, è sempre estremo: il caldo è africano, il freddo è polare, la pioggia è torrenziale, la siccità è sahariana e, soprattutto, non esistono più le mezze stagioni.

Eppure, in questa giornata di fine maggio, mentre le nubi si squarciano a nord e vedo apparire, in tutto il loro splendore, le colline coperte di neve come neanche a gennaio, come si fa a non parlare del clima?

Se in una mattina di fine maggio le temperature si aggirano su livelli invernali (cinque gradi alle sette) si può far finta di niente?

E allora parliamo del tempo, della pioggia che non dà tregua, del freddo inusuale, parliamone pure se può consolarci, tanto sappiamo benissimo che è uno degli aspetti della vita e della natura sul quale (almeno nell’immediato) possiamo incidere pochissimo

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