Leggere la Costituzione.

In classe stiamo leggendo con molta attenzione la Costituzione soffermandoci sulle parole chiave e cercando di comprendere il dibattito politico che ha portato alla stesura degli articoli, soprattutto di quelli fondamentali.

Anche  nel Senato occupato (o dovrei scrivere okkupato?) dai senatori pentastellati si sta leggendo la nostra carta costituzionale.

Non sono d’accordo con questo genere di manifestazione ma visto che i nostri senatori (o dovrei scrivere cittadini?) e ne stanno lì, tanto vale che occupino il tempo in modo utile.

Mi auguro che si soffermino con particolare attenzione sull’articolo 67, quello che recita, per chi non avesse buona memoria:

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato“.

Articolo che, in buona sostanza, delinea la responsabilità politica degli eletti che  non sono legati da alcun vincolo di mandato nei confronti dei partiti, nei quali sono stati eletti, nè dei programmi elettorali e neppure degli elettori che, votando la lista in cui erano candidati, hanno permesso loro di sedere nelle Camere.

Questa idea è presente in tutte le democrazie rappresentative e deriva dall’idea del Libero Mandato formulata da  Edmund Burke  nel  “Discorso agli elettori di Bristol”, tenuto il 3 novembre 1774:

« Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell’intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale »

Ma forse, visto che risale a prima della rivoluzione francese, questo concetto è roba vecchia, è roba morta, da rottamare.

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