Al rogo!

“Devi morire”

“Veniamo a prenderti”

Questo ed altro (purtroppo dello stesso tenore) leggo sempre più spesso nei commenti ai post sui social network come facebook o su twitter, ma quel che è peggio è che spesso si tratta di commenti a notizie false ( soprattutto relative al mondo politico), a vere e proprie bufale, commenti buttati là con una rabbia e una violenza che mi spaventano, commenti che non sono dettati da un vero e proprio disagio (conosco personalmente molti tra i più accaniti commentatori e so che non si tratta di persone che versano in tali difficoltà da rendere comprensibile tanta rabbia), ma piuttosto da una ottusa e cieca superficialità.

Che la classe politica non sia esente da colpe anche gravi è un fatto certo, ma quello che mi lascia perplessa è che chi spesso si accanisce contro i “ladri” non è immune da pecche, magari di poco conto si dirà, ma pur sempre reali: spesso chi si accanisce di più è proprio colui che ogni tanto “dimentica” di battere uno scontrino fiscale o chi esagera un malanno per avere qualche privilegio in più o chi, pur non avendo alcun diritto, parcheggia negli stalli dedicati ai disabili o chi non ritiene necessario pagare il biglietto del metrò (tanto lo fanno tutti) o chi assume in nero la badante (così risparmiamo in due).

C’è qualcosa di catartico nel prendersela con gli altri, c’è un moralismo da trave e pagliuzza che non mi piace.

Se l’Italia vuole uscire dal vicolo cieco in cui si è infilata è indispensabile che tutti noi facciamo un salto culturale, una vera e propria rivoluzione, è indispensabile che tutti noi (i politici, certo, ma non solo loro) cominciamo a comportarci da cittadini consapevoli dei diritti, ma anche dei doveri.

L’atteggiamento da “tricoteuse” non porta da nessuna parte.

Brunate

Aggiornamento: Sono contenta di scoprire che il Presidente Napolitano ha fatto riferimento a qualcosa di simile.

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