Tempi duri per l’elettore.

Nel nostro Paese, dal fatidico 2 giugno del Referendum istituzionale, si è quasi sempre votato nelle mezze stagioni, il voto non è mai (o quasi mai) stato troppo freddo o troppo caldo: nei mesi invernali non è bello, soprattutto per gli elettori più anziani o cagionevoli, recarsi al seggio sotto la neve o con temperature polari, mentre in estate non è piacevole abbandonare la spiaggia assolata per un week end elettorale.

Quest’anno una improvvida congiuntura ha portato gli elettori al voto in febbraio, un febbraio flagellato al nord dalla neve che si alternava alla pioggia monsonica (giusto per non farci mancare niente).

Ora può anche succedere che se non nascerà un governo ci ritroveremo a votare in piena estate (forse per confermare il luogo comune che “non esistono più le mezze stagioni”) e possiamo stare certi che si tratterà di un week end canicolare, con il cielo di piombo e temperature record su tutto il Paese.

Comunque , se torneremo presto al voto, sia con l’afa, sia  le prime bufere di neve, abbiamo una sola certezza: spenderemo un sacco di soldi perchè, lo sappiamo bene, la macchina elettorale è terribilmente costosa.

Spero solo che se lo faremo ci sia la possibilità di andare al voto con una legge elettorale che garantisca la governabilità.

Sarebbe ridicolo (e atroce) ritrovarci tra qualche mese con la stessa instabile situazione di oggi.

 

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