Aria di condono.

Che la pressione fiscale sia insostenibile è fin troppo evidente, ma che l’evasione fiscale sia insopportabile è altrettanto evidente.

Chi evade sistematicamente le tasse viene meno, prima di tutto, al patto di solidarietà fra i cittadini sancito dalla Costituzione (art.53) , utilizza servizi che altri pagano, peggiora sensibilmente la qualità della vita di tutti.

Per questi motivi la prospettiva di un “condono tombale” mi suona profondamente ingiusta e immorale: perché premia l’infedeltà e la mancanza di solidarietà, perché contribuisce a perpetuare una propensione all’evasione fiscale che nel nostro Paese non ha bisogno di essere incoraggiata.

Il condono significa soldi “pochi, maledetti e subito” ma apre la via all’aspettativa di un ulteriore condono, o scudo, o sanatoria o come diavolo vogliamo chiamarla e ingenera l’idea che, prima o poi, la “furbizia” sarà premiata e quindi vale la pena di essere “furbi”.

L’abolizione e la restituzione dell’Imu sulla prima casa non mi cambiano la vita, si tratterebbe di poche decine di euro che, in alcun modo, potrebbero far ripartire l’economia e migliorare la mia situazione economica.

Un serio contrasto all’evasione fiscale, invece, la vita me la cambierebbe e, come a me, a tanti cittadini italiani.

I condoni non mi sembrano la via migliore per realizzarlo.

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