Archivio mensile:Gennaio 2013

Rivoluzione copernicana.

Dalla mezzanotte di oggi i genitori di quasi due milioni di studenti (o i diretti interessati) sono alle prese con l’iscrizione online: si tratta di una vera e propria rivoluzione che, come tutte le rivoluzioni necessita di qualche messa a punto per andare in porto.

Il primo comunicato stampa del Miur, intorno alle tredici di oggi, era improntato ad un cauto trionfalismo anche se bisogna registrare, intorno alle ore centrali della mattinata, un numero tale di accessi da mettere in difficoltà il sistema e da richiedere un potenziamento del server.

Le famiglie hanno preso tremendamente sul serio la faccenda tanto e vero che, a mezz’ora dall’apertura, si erano già iscritti in 1226: me li vedo, mamma e papà, nel cuore della notte, attaccati alla tastiera perchè “non si sa mai” e “quando è fatto è fatto…” anche se dal ministero si affannano ad avvertire che non c’è fretta, ma nessuno può eliminare l’idea che “chi prima arriva, meglio alloggia” .

Mi immagino le famiglie che vivono tra le mie montagne, dove l’accesso ad internet non è particolarmente agevole, in ansia nel tentativo, spesso vano, di connettersi.

Mi immagino le famiglie che non hanno un computer o hanno poca dimestichezza con la tecnologia.

Il vantaggio, indiscutibilmente, consiste in un grande risparmio di carta e di ore lavoro del personale di segreteria, non più impegnato ad inserire i dati nel database della scuola.

 

La grazia e la bellezza.

Venti anni fa si spegneva Audrey Hepburn, una donna dall’incredibile fascino che è diventata un’icona della grazia e della bellezza.

Le giovani generazioni non conoscono il suo nome, ma sicuramente ritrovano la sua figuretta aggraziata nelle centinaia di citazioni di “Colazione da Tiffany” che imperversano nella pubblicità.

Fa parte dell’immaginario collettivo il suo corpo avvolto nel tubino nero di Givenchy o il gesto di sfilare gli occhiali da sole con il volto ombreggiato dall’ampia tesa di un elegantissimo cappello.

Negli ultimi anni di vita, dopo essersi allontanata definitivamente dal set cinematografico, aveva portato la sua grazia nell’impegno umanitario come ambasciatrice dell’Unicef, ruolo che svolse con serietà e competenza.

Mi piace ricordare questa donna incantevole.

Milano

Sotto sotto…

Forse non osa confessarlo nemmeno a se stesso, ma sotto sotto un’ambizione di potere potrebbe anche averla e così succede che in un momento di distrazione (vera o presunta), le parole scappino i bocca.

“Sono orgoglioso di essere il Presidente degli Stati Uniti” è sfuggito a Joe Biden (in realtà vicepresidente) dopo la cerimonia del giuramento, tra le risate della platea.

Come dargli torto?

Il vicepresidente riveste un ruolo fondamentale in caso di impedimento del presidente, ma, in realtà, rischia di essere una figura di secondo piano per tutta la durata del mandato, soprattutto se affianca un presidente di grande carisma.

Potrebbe farsi un giretto dalle nostre parti dove, soprattutto nelle trasmissioni televisive di approfondimento politico, il titolo di “Presidente” (fosse anche di condominio) non si nega a nessuno.

Clima da campagna (elettorale).

Manca veramente poco alle elezioni per la Camera e il Senato della Repubblica e, per noi lombardi, alle elezioni per il governo della regione e il clima della campagna elettorale si fa rovente (nonostante la neve e il gelo).

Ogni settimana c’è da organizzare un gazebo in piazza per incontrare i cittadini, pubblicizzare le iniziative, diffondere idee e programmi: fa freddo, ma i volontari sono sempre presenti e disponibili e la gente si ferma, scambia quattro chiacchiere, si informa, propone le mille soluzioni di buon senso per far funzionare questo paese, ha voglia di ascoltare, ma soprattutto di essere ascoltata.

Poi ci sono gli incontri con i candidati, molti dei quali giovani (e moltissime donne) usciti dalle primarie svolte nella settimana più disimpegnata dell’anno (quella tra Natale e Capodanno): si tratta, di solito, di persone conosciute, che hanno amministrato i comuni del territorio, che si sono impegnati nell’associazionismo e nel volontariato, persone desiderose di portare le loro esperienze, la loro voglia di cambiamento,  la loro competenza e conoscenza delle realtà locali anche a Roma.

Partecipare è impegnativo, ma c’è voglio di impegno e partecipazione, c’è passione, una passione che ha tutte le caratteristiche della gratuità e della responsabilità, c’è voglia di conoscere e capire.

Questa è l’Italia che mi piace.

Senza doping.

Lance Armstrong ha ammesso, dopo tanti dinieghi, di aver fatto uso di doping senza del quale non avrebbe potuto vincere i sette Tour de   France dei quali si è a torto e senza merito fregiato.

Il discorso non fa una grinza, anzi qualche grinza, grossa come una casa, la fa:   vincere barando non ha alcun senso, non aiuta lo sport, non gratifica coloro che credono ancora (che ingenui) che il sacrificio e la disciplina servano a raggiungere un risultato, nello sport come nella vita.

L’atleta americano ci ha mostrato che gli uomini possono essere più “brutti” di come ci illudiamo che siano.

 

Fuochi di Sant’Antonio.

Mi stupisco sempre un po’ quando vedo, nella notte di Sant’Antonio, accendersi ancora qua e là i falò nei campi secondo una tradizione antica come queste terre che veneravano il santo, che l’iconografia tradizionale raffigura accompagnato da un maialino, come protettore degli animali, ma ma anche come “magico” aiutante per ritrovare qualcosa che si è perduto.

I fuochi rievocano anche il bruciore della malattia, il fuoco di Sant’Antonio appunto (l’Herpes Zoster) che i monaci Antoniani curavano con il grasso di maiale (da qui l’immagine del maialino e la denominazione affettuosa che si usa ancora oggi dalle mie parti di “Sant Antoni del purscell”).

Ma i fuochi  hanno anche un po’  lo scopo di illuminare le lunghe notti invernali, quasi per accendere una speranza, come se ci dicessero che, è vero, l’inverno è ancora lungo, ma laggiù, in fondo, si vede una luce e anche l’inverno più lungo e più rigido avrà fine.

Si tratta di una tradizione  cristiana che affonda le radici in un paganesimo antico, una tradizione che ha il sapore delle cose buone di una volta, quando bastava poco per trovare il clima della festa, quando il legame con la terra e con il ciclo delle stagioni era profondo.

Piemonte Sant'Antonio

Un ritorno di fiamma.

Complice il mio Kobo ( il più azzeccato degli autoregali  natalizi dell’ultimo mezzo secolo) mi sono tuffata di nuovo, come una volta, più di una volta nella lettura.

Certo è incredibilmente comodo avere il libro sempre in borsetta sul metro, in coda dal medico, nei tempi morti tra un appuntamento e l’altro e soprattutto è comodissimo non perdere mai, ma proprio mai, il segno, neppure quando mi addormento di colpo.

Ultimamente ho letto 1Q84 di Haruki Murakami, un romanzo monumentale e fantastico che mi ha letteralmente trascinato, sulle orme dei protagonisti, in un mondo parallelo, dove la realtà non è quella del 1984, un mondo illuminato da due lune che si affiancano nel cielo,    un mondo nel quale i protagonisti si ritrovano, seguendo percorsi diversi e apparentemente casuali e dal quale fuggono insieme risalendo una scala metallica lungo la tangenziale.

Per la prima volta, dopo molto tempo, mi sono ritrovata a fare le ore piccole in compagnia di un libro, ripetendo a me stessa (come quando ero piccola e rispondevo alle sollecitazioni di mio padre che mi intimava di spegnere la luce e dormire): “ancora una pagina, una sola”.

Ancora una volta mi sono ritrovata ad affrettarmi per finire il libro, ben sapendo che, una volta finita la lettura, avrei provato un’acuta nostalgia per i personaggi e per la storia.

La lettura è proprio il mio primo amore.

I conti con la realtà.

Dopo il collaudo verrà acceso l’inceneritore di Parma, il tribunale del Riesame ha dato parere negativo al sequestro dell’impianto, che è stato uno degli argomenti chiave della campagna elettorale per il governo della città.

Governare una città non richiede solo onestà (che in alcun modo, in questo caso, viene messa in dubbio), ma richiede anche conoscenza  e capacità di interpretare che regole che guidano la cosa pubblica.

Spesso fare i conti con la realtà non è facile.

 

Parma Inceneritore

L’indifferenza e l’odio.

Leggo che Berlusconi non intende fare comizi in piazza per paura di attentati scatenati dal clima d’odio nei suoi confronti e mi piacerebbe rassicurarlo.

Pur non essendo una sua elettrice (e, ad essere sinceri, neppure una sua estimatrice) non credo di aver mai provato odio nei suoi confronti e neppure invidia, al massimo una sottile vena di indifferenza.

Io (e molti come me) non sono abituata a “personalizzare” la politica, mi spiego: non ho amato le scelte del suo governo, ma nei confronti della sua persona non provo sentimenti particolari perchè credo che in politica non ci siano amici e nemici, ma solo idee diverse e diverse visioni del mondo.

Onestamente non credo che ci siano reali rischi nella piazza, se non il rischio di vederla inesorabilmente vuota.

L’odio, in fondo, è un sentimento, e un sentimento è già qualcosa.

Penso che faccia molta più paura l’indifferenza.