Complice il mio Kobo ( il più azzeccato degli autoregali natalizi dell’ultimo mezzo secolo) mi sono tuffata di nuovo, come una volta, più di una volta nella lettura.
Certo è incredibilmente comodo avere il libro sempre in borsetta sul metro, in coda dal medico, nei tempi morti tra un appuntamento e l’altro e soprattutto è comodissimo non perdere mai, ma proprio mai, il segno, neppure quando mi addormento di colpo.
Ultimamente ho letto 1Q84 di Haruki Murakami, un romanzo monumentale e fantastico che mi ha letteralmente trascinato, sulle orme dei protagonisti, in un mondo parallelo, dove la realtà non è quella del 1984, un mondo illuminato da due lune che si affiancano nel cielo, un mondo nel quale i protagonisti si ritrovano, seguendo percorsi diversi e apparentemente casuali e dal quale fuggono insieme risalendo una scala metallica lungo la tangenziale.
Per la prima volta, dopo molto tempo, mi sono ritrovata a fare le ore piccole in compagnia di un libro, ripetendo a me stessa (come quando ero piccola e rispondevo alle sollecitazioni di mio padre che mi intimava di spegnere la luce e dormire): “ancora una pagina, una sola”.
Ancora una volta mi sono ritrovata ad affrettarmi per finire il libro, ben sapendo che, una volta finita la lettura, avrei provato un’acuta nostalgia per i personaggi e per la storia.
La lettura è proprio il mio primo amore.