Archivi giornalieri: 8 Gennaio 2013

Uomini che fissano il cantiere.

Non so se sia un fenomeno solo italiano o se sia più generalizzato, ma credo che sia capitato a tutti di osservare, in prossimità di un cantiere stradale, un gruppetto di signori, in età abbastanza avanzata, verosimilmente pensionati (visto che sono a spasso a metà mattinata) che osservano con estremo interesse gli operai al lavoro, scambiandosi osservazioni o, addirittura, azzardando qualche timido saggio consiglio, qualche velata critica.

Mi sono sempre chiesta cosa attiri un così attento interesse, cosa spinga dei maturi signori a stazionare nei pressi di uno scavo in una nebbiosa mattina di gennaio, mentre, a mio parere, potrebbero impiegare il proprio tempo in modo meno scomodo.

Spesso ho l’impressione che ci sia in loro una punta di nostalgia per un’attività lavorativa che ormai si perde nella notte dei tempi o, al contrario, l’ineffabile gioia di osservare altri che lavorano standosene tranquillamente con le mani in mano.

Forse, tutto sommato, è vero che (per lo meno una volta accadeva) nel nostro Paese si va in pensione troppo presto.

Un po’ in sordina.

Il tribunale ha dichiarato il fallimento della Richard-Ginori: si tratta di un pezzetto del prezioso e tanto decantato “made in Italy” che sparisce.

La manifattura del marchese Ginori nasce nel 1735 a Sesto Fiorentino e si fonde con la milanese Richard nel 1896 dando origine ad una delle più rinomate e creative fabbriche di porcellana del nostro paese e d’Europa: lo testimonia il ricchissimo museo interno all’industria che espone vere e proprie opere d’arte e che oggi, così come la manifattura, rischia di chiudere.

In molte famiglie italiane il marchio storico appariva sulle stoviglie più pregiate, quelle del servizio buono, che veniva tolto dalla credenza e puntigliosamente spolverato solo in occasione di feste e cerimonie importanti.

Il marchio probabilmente resterà, magari acquistato da qualche impresa straniera e utilizzato per nobilitare qualche porcellana dozzinale prodotta dall’altro capo del mondo.

Che peccato.