I politici italiani, anche i più insospettabili, hanno scoperto twitter e la campagna elettorale social (alla Obama per intenderci), anche se si affaccia qualche ripensamento (troppe cattiverie).

Sono cinguettii, certamente, ma può succedere, anzi succede spesso, che un’affermazione scateni una valanga di risposte, ironiche, mefistofeliche o anche solo semplicemente critiche e ci vuole “un fisico bestiale” per esporsi al giudizio dei followers non tutti amici, non tutti ossequiosi, non tutti compiacenti.

Chi non ama essere sottoposto a critiche è meglio che stia lontano da questo mezzo che può diventare irriverente in modo incontrollabile.

E poi vi sembra il caso che personaggi attempati e politici di lungo corso si buttino in questo clima giovanilistico che rischia di snaturare il loro messaggio e l’immagine di sè che sono abituati a presentare?

Quanto è lontano twitter dall’impressione di austera serietà che, per un anno (e per tutta una vita), ha contraddistinto il premier?

Il tempo dirà se questa scelta comunicativa è vincente, io, per ora , ho dei seri dubbi.