Il senso del ricordo.

Che senso ha, ogni anno in questo giorno, ritornare nella piazza dietro al Duomo, mentre la città, accesa dalle luminarie natalizie, consuma gli ultimi giorni, quelli che precedono il Natale, tra le vetrine dello shopping, i baveri rialzati per combattere il freddo pungente, i tram che sferragliano e la fretta che, in questa città, nella “mia” città, scandisce il ritmo di ogni giornata?

Che senso ha fermarsi un momento nel buio della sera e alzare gli occhi su “quella” lapide, su “quella” facciata e magari sussurrare una preghiera o lasciare che i ricordi prendano forma?

Forse non ha molto senso.

O forse significa che Milano, ferita al cuore, non dimentica e, quel che più conta, non può e non vuole perdonare.

Almeno fino a quando non si farà giustizia.

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