Ieri sera ho assistito alla cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici estivi di Londra che mi ha molto emozionato per l’intensità e la compostezza, per la gioia degli atleti che sfilavano nello stadio gremito, per la ricchezza e la profondità delle idee.

Il concetto fondamentale rilanciato anche dai commentatori è che non bisogna guardare a questi atleti come a dei “disabili”, ma come a persone portatrici di abilità che, talora, i cosiddetti “normodotati” non si sognano neppure di avere.

Molte sono state le storie di persone che, colpite da gravi incidenti o da malattie altamente invalidanti, hanno trovato nello sport l’occasione per realizzare i loro sogni, per vivere una vita ricca di emozioni, di traguardi, di gratificazioni, persone che compiono gesti atletici al limite dell’incredibile.

Spero che questo “spirito in movimento” ci coinvolga tutti, ci faccia riflettere, ci ispiri, ci spinga a guardare la realtà con occhi diversi liberi da stereotipi e pregiudizi.