Il potere dei nomi.

Me ne sto qua a boccheggiare nella mia casa in montagna che, a memoria d’uomo (e anche di donna), non è mai stata così calda: neanche il bosco inquadrato dalla finestra del salotto riesce a dare un’impressione di fresco, gli insetti fastidiosi e infastiditi ronzano senza pace, lontano risuona il latrato di un cane e i pigri campanacci delle mucche rispondono dall’altro versante della vallata, non si sente più il suono del torrente che immagino vuoto d’acqua con le pietre dell’arido letto che biancheggiano riarse al sole.

Anche le mie montagne, percosse dagli anticicloni africani che si sono arrampicati fino a lambire le Alpi, sembrano bruciate dal sole e offuscate dall’afa.

Mi piacerebbe sapere chi ha scelto i nomi dall’incredibile potere evocativo degli anticicloni dall’ovvio Scipione, ai minacciosi Caronte e Minosse, dall’inspiegabile Caligola (avrei compreso meglio un Nerone, viste le indiscusse doti di incendiario) al definitivo e terrificante Lucifero, ma, comunque sia, il susseguirsi delle ondate di caldo (chiamiamole pure come ci pare) ha procurato non pochi disagi agli esseri umani e alle colture.

Mi chiedo dove sia finito il buon vecchio anticiclone delle Azzorre.

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