Dopo tanto tempo ci si rassegna, non si cerca più la giustizia, non si vuole neppure più conoscere la verità, si preferisce dimenticare, perchè i ricordi sono dolorosi e c’è tutta la tristezza della sofferenza inutile.
Ma io sono ostinata e mi ostino a ricordare quel giorno del 1969, quel giorno in cui, come oggi, Milano si preparava a festeggiare il Natale con tutto l’inevitabile corteggio di luminarie ed acquisti che la festa comporta, una Milano forse più ricca di oggi, sicuramente più innocente o meno consapevole, una Milano irrimediabilmente ferita nella sua essenza più profonda.
Mi ostino a ricordare i diciassette morti e gli ottantotto feriti e la terribile scia di sangue che, da Piazza Fontana, ha attraversato per anni la storia del nostro Paese.
Aggiornamento: oggi Carlo Arnoldi, presidente dell’associazione delle vittime della strage di piazza Fontana, ha consegnato al sindaco Pisapia e alla città i documenti digitalizzati del processo.
Qui gli archivi.