We the People.

Forse è legittimo che i nostri politici, eletti (sappiamo come) per rappresentarci, siano convinti di parlare a nome del popolo sovrano: mi piacerebbe capire quanto siano attenti alle istanze del popolo (di tutto il popolo) e quanto invece si rapportino solo a quella parte di popolo (numeroso o no) che li ha eletti, quanto preferiscano dialogare con l’elettorato di riferimento perdendo di vista tutti gli altri, che pure esistono.

Il Presidente Napolitano ha affermato una realtà che è persino lapalissiana: “il popolo padano non esiste“, e come dargli torto?

Io, che pure faccio parte del “popolo” so di essere tante cose: milanese per nascita e per amore, milanista per passione, cavenaghese per l’anagrafe e per scelta, italiana per quel sentimento ormai caduto in disuso che è l’amor di patria, insegnante per vocazione, moglie e madre per quelle coincidenze imperscrutabili della vita che chiamiamo destino, ma so anche di non essere in nessun modo “padana”.

Nulla mi lega a questo territorio mitico e difforme che dovrebbe coincidere in parte, ma solo vagamente, con la Repubblica cisalpina di napoleonica memoria.

“Non esiste una via costituzionale alla secessione” ha affermato il Presidente e questo lo sanno bene coloro che sbandierano il vessillo della Padania, non si può fare un referendum istituzionale per decidere di andarsene, forse si potrebbe fare una guerra di “secessione”, ma in questo caso il popolo sovrano dovrebbe essere d’accordo, magari dovrebbe decidere di combattere e questo, francamente, mi sembra improbabile.

Perchè  penso che “noi il popolo” , nella stragrande maggioranza, chiediamo a chi ci governa scelte economiche che aiutino la crescita, attenzione a quanti sono in difficoltà, un po’ di lavoro, un po’ di istruzione, un po’ di sanità funzionante, un po’ di cultura, un po’ di trasporti, un po’ di Stato funzionante, ma poco ci curiamo di separarci dal Paese.

Ma forse è più facile parlare di secessione.

Per concludere avrei una proposta: coloro che ritengono che la “Padania” debba dividersi dall’Italia, ma continuano a sedere negli uffici di Roma, potrebbero fare un gesto coerente e di buona volontà: tornarsene in Padania.

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