A pochi giorni dalla festa patronale, nei negozi e nelle case si spande un profumo di cioccolato, di amaretti e di anice: chi è originario di Cavenago  prepara la torta di latte (o di pane che dir si voglia), la tradizionale “paciarela“, mentre chi ha deciso di venire a vivere qui, magari spostandosi dal sud, o da Milano o da un altro continente trova più comodo acquistarla.

Si tratta di un dolce che, in origine, era povero: un dolce che riciclava il pane raffermo ed usava un ingrediente semplice come il latte, impreziositi dal cacao e arricchito dal profumo dell’anice e degli amaretti, profumo misterioso e poco usuale che si faceva strada fra le viuzze di quello che oggi chiamiamo il centro storico.

E poi c’era la processione con la statua della Madonna del Rosario e le case decorate con drappi rossi e dorati e festoni.

Oggi si è un po’ perso il significato originario della festa, oggi si tratta di una sagra un po’ chiassosa, con bancarelle e saltimbanchi, ma quel profumo vagamente esotico e prezioso, nonostante tutto, serpeggia ancora.