Archivi giornalieri: 14 Febbraio 2010

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Oggi diciamo “ghetto” e pensiamo subito ad un quartiere etnico di una grande città, con una connotazione negativa, ma un tempo “ghetto” era il termine con cui gli ebrei di origine germanica di Venezia definivano il “Geto” (getto) il quartiere della città che prendeva il nome dalle gettate di metallo fuso.

Se c’è un ghetto la gente che lo abita ha una forte connotazione identitaria, legata alla provenienza, ai costumi, alla religione, alla lingua, se c’è un ghetto l’integrazione diventa difficile se non impossibile.

Va da sè che i ghetti possano diventare delle vere e proprie polveriere come è successo ieri nella mia città, come è capitato anni fa nella banlieu parigina.

Se una città permette che nel suo ventre si alimentino e crescano queste situazioni, se non si perseguono politiche di integrazione, se si asseconda l’idea che “gli altri” (se proprio devono esserci) è meglio che se ne stiano tutti insieme, magari in una zona periferica e mal servita il rischio che i disordini scoppino improvvisi e incontrollabili è reale.

I nostri politici hanno l’indubbio vezzo di scaricare su chi li ha preceduti le cause dei mali presenti, ma chi oggi governa Milano non lo può fare visto che c’è una lunga continuità nell’amministrazione della città e della regione e quindi deve interrogarsi seriamente sulla genesi di questi fenomeni e sulle possibili soluzioni con la consapevolezza che non possono essere immediate, ma soprattutto non possono essere improvvisate.