Quasi una tradizione.

Come ogni anno, nel giorno dell’Epifania, nel mio paese si organizza il “Presepe Vivente” che ormai è giunto alla tredicesima edizione.

La manifestazione vede impegnati più di duecento volontari che lavorano per allestire e distribuire i costumi, per costruire e montare i fondali, per organizzare la regia, le musiche, la sicurezza e, infine, per recitare in quella che è diventata una vera e propria Sacra Rappresentazione.

Nei giorni precedenti la festa la piazza di Cavenago e il sagrato della chiesa si trasformano in un angolo di Betlemme, con case, botteghe e il palazzo di Erode poi, nelle prime ore del pomeriggio, la piazza si popola di figuranti mentre la voce narrante racconta gli eventi dall’annunciazione all’arrivo dei Magi.

Di solito il ruolo più importante, quello di Gesù bambino, viene affidato ad uno degli ultimi nati del paese.

Si tratta ormai di una tradizione consolidata, la macchina organizzativa è ben oliata e riesce ad andare in scena anche in condizioni meteorologiche difficili, come è successo con l’abbondante nevicata dello scorso anno.

E domani si replica.

Cavenago Presepe vivente

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