In mensa.

Quest’anno il mio orario di servizio prevede due turni di mensa e devo dire che stare a tavola con i ragazzi è sempre istruttivo infatti è un buon punto di osservazione per studiare i disordini alimentari degli adolescenti.

La nostra mensa funziona come un self service, i ragazzi si incolonnano in modo abbastanza ordinato e intanto danno un’occhiata ai cibi che sono stati preparati per loro: solitamente richiedono razioni abbondanti di pasta e rifiutano sdegnati la verdura così, quando arrivo io, alla fine della fila, le cuoche mi aspettano al varco con un piatto di dimensioni colossali di zucchine, patate, fagiolini o insalata (a qualcuno la verdura la devono pur rifilare).

Mentre io mangio lentamente, cercando di masticare bene tutti i bocconi, loro si abbuffano per poter correre a fare il bis, così ingollano una razione doppia (se non addirittura tripla) di pasta il che procura una sonnolenza post-prandiale che non aiuta certo l’apprendimento.

I miei ragazzini sono di prima media e hanno una voracità da cuccioli, ma, via via che aumenta l’età, compaiono i primi problemi e bisogna occuparsi, in modo discreto, ma attento, delle ragazzine di terza che tendono a mangiare sempre meno, portano al tavolo piatti con razioni microscopiche, girano a lungo la forchetta nel piatto, bevono acqua a ripetizione, e finiscono per riconsegnare il vassoio quasi intonso.

Nei casi più preoccupanti contattiamo in tempi brevissimi i genitori i quali, in genere, tendono a rifiutare di vedere il problema, ma talvolta, almeno ai nostri occhi allenati a vedere tanti comportamenti diversi, i problemi ci sono per davvero e, in qualche caso, sono sfociati in episodi di anoressia.

Spesso si tratta di ragazzine che, in prima media, erano rotondette e pian piano si assottigliano fino a diventare filiformi e poi decisamente magrissime, forse perchè non accettano il loro aspetto, forse perchè qualcuno le ha prese in giro, forse perchè nella loro mente è scattato qualcosa che le porta a rifiutare il cibo.

Spesso i nostri ragazzi, a tavola, hanno comportamenti sbagliati, mangiano troppo o troppo poco, mangiano solo alcuni cibi, senza variazioni, all’intervallo disdegnano la frutta (che pure viene offerta ogni giorno dal servizio mensa) per abbuffarsi di patatine e merendine, sono molto conservatori, non accettano di provare alimenti nuovi, che non conoscono: anche a tavola è fondamentale l’abilità dei genitori di stabilire delle regole, a nulla servono i nostri discorsi di educazione alimentare senza il supporto delle famiglie, ma, purtroppo, darsi delle regole e rispettarle è scomodo, faticoso e può causare conflitti e allora molti genitori decidono di lasciar perdere.

Educare i figli richiede molte competenze e tanta, tanta pazienza.

Couscous

3 pensieri su “In mensa.

  1. chiara

    E’ vero. Chi non è abituato a stare con i ragazzi non percepisce il problema, o tende a minimizzarlo, dicendo che tutti i bambini amano le patatine e non mangiano verdura, ma che poi con l’età adulta cambiano. Purtroppo le cattive abitudini alimentari sono sempre più diffuse e possono essere molto molto dannose e fai bene a non sottovalutarle e a chiamare subito i genitori a ogni minimo dubbio.
    p.s. Bellissimo il cous cous!

  2. filo

    Quest’anno il mio orario di servizio NON prevede turni in mensa! Preferisco due ore di più in classe che la mensa,non tanto per il cibo,ma per il frastuono che vi regna. Da molti anni nella mia scuola sono stati soppressi i locali cucina con relative cuoche e i pasti già cotti sono consegnati da una ditta specializzata.Gli sprechi sono enormi! Ci sono bambini che non toccano quasi il cibo o mangiano esclusivamente ciò che si può mettere nel pane.Dallo scorso anno alcune colleghe si sono attivate per raccogliere i piatti avanzati, ma ancora confezionati,e li distribuiscono alla Caritas a chi non ha NIENTE da mangiare.

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