Mamme in attesa.

Non solo mamme, ma anche qualche papà, nonni e nonne affollano il piazzale antistante i cancelli delle scuole: quando esco, al pomeriggio, qualche minuto prima che suoni la campanella delle elementari ( saggiamente gli orari di uscita sono sfalsati di una decina di minuti per evitare ingorghi), mentre faccio lo slalom fra passeggini, biciclette e cani dal guinzaglio lungo, osservo le persone con interesse, perché le persone mi interessano sempre.

Ci sono le mamme magrebine, con i lunghi abiti che avvolgono totalmente il corpo, il volto incorniciato dal velo, raccolte in piccoli gruppi, parlano sottovoce fra loro e aspettano pazientemente: mi piacerebbe sapere di cosa parlano, quanta nostalgia per il loro paese e per la loro vita laggiù ci sia nelle loro parole.

Poco lontano un altro gruppetto discute animatamente di qualche problema scolastico: spesso il piazzale della scuola ha la funzione di un’agorà, è una vera e propria palestra di democrazia: si parla, ci si confronta animatamente, si organizzano raccolte di firme.

Ci sono le mamme “di corsa” pronte a schizzare verso la palestra o la piscina dove depositeranno il pargolo, sempre affannate, con un occhio all’orologio e l’altro fisso sul cancello (rischiando pericolosi fenomeni di strabismo) per individuare immediatamente la prole: non è pensabile perdere tempo.

Qualcuno sta seduto in macchina, col motore acceso, poi esce di gran carriera dal parcheggio evitando per un pelo il ragazzino che volteggia come un acrobata con lo skate board tra un parafango e l’altro.

C’è la mamma un po’ ansiosa che aspetta al varco la maestra perché ha bisogno di chiarimenti e spiegazioni, c’è la mamma che si allontana con i figlioli e due pesantissimi zaini, uno per spalla, maledicendo fra sé il “peso” della cultura, c’è la signora che approfitta dell’attesa per permettere al cagnolino di casa di fare pipì (o peggio), c’è la nonna che cerca disperatamente di avere qualche resoconto sulla giornata passata a scuola da un nipotino ostinatamente reticente.

E’ proprio divertente osservare l’umanità: c’è sempre qualcosa da imparare.

2 pensieri su “Mamme in attesa.

  1. filo

    Alcune mamme che non si presentano ai colloqui periodici, spesso mi trattengono all’ingresso o all’uscita da scuola, sul marciapiede, in mezzo agli altri genitori per chiedermi informazioni sull’andamento scolastico dei loro figli e ,mio malgrado, sono costretta a dare qualche breve risposta, Ultimamente qualcuno mi viene persino incontro sulla strada o mi accompagna verso casa, ignorando la privacy e il rispetto del mio tempo.

  2. bangiu

    è vero, ed è bello leggere i resoconti sull’umanità che scrive sciura pina perchè sono cartoline… mi rocorda un po “sull’autobus” di frida kahlo…
    un abbraccione.

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