Leggo su LaRepubblica:
“Purtroppo ancora non si è trovato un mio sostituto che possa tenere insieme tutti i moderati, i liberali, i cattolici, i laici e i riformisti che costituiscono il Popolo delle Libertà. Sono, in una parola, ancora infungibile“.
Non ho alcuna intenzione di commentare l’affermazione, lascio ad altri, se ne hanno voglia, il compito di confutarla o confermarla; ho semplicemente un attacco di orticaria ogni volta che leggo o ascolto questo aggettivo che, per l’amor di Dio, è semanticamente corretto, ma è di una bruttezza indicibile.
Sicuramente questa campagna elettorale ha, se non altro, il pregio di ampliare il bagaglio lessicale dei cittadini (il che è pur sempre un fatto positivo), ma forse insostituibile, non rimpiazzabile (che è parimenti abbastanza bruttino) sarebbero stati più comprensibili.
non rimppiazzabile non sarebbe andato bene per motivi tricologici.
“sono insostituibile” si sarebbe potuto scambiare con “sono invincibile” che è un altro suo superpotere.
infungibile invece è praticamente incomprensibile, e quindi mi sembra sia appropriato a questa campagna elettorale.