Archivi giornalieri: 16 Marzo 2008

Il mio primo comizio.

Non ci posso credere: nella mia vita ho partecipato a centinaia di assemblee generali ai tempi del Liceo e dell’Università, a manifestazioni contro e a favore di un sacco di cose, a marce per la pace, a girotondi, ma non ero mai stata a un comizio (“comizio” mi sembra una parola “vecchia”, ma non so quale sinonimo possa rendere l’idea).

E così, visto che Veltroni ha deciso di visitare tutti i capoluoghi di provincia, anche quello fresco fresco vicino a casa mia, cioè Monza, ho deciso che era il caso di partecipare.

Sabato 15 marzo, ore 14, lo spazio antistante la splendida Villa Reale si va lentamente riempiendo di gente armata di bandiere e di cartelli verdi con la scritta “Si può fare” a caratteri cubitali, l’impianto stereo diffonde brani come “I feel good” e “Respect” che, almeno a quelli della mia generazione, mettono voglia di muovere i piedi.

Ci sono un sacco di ragazzi e ragazze, alla faccia della generazione disimpegnata votata all’antipolitica, ci sono anziani, ci sono signore di mezza età in tailleur e giro di perle, ci sono quelli che sono venuti in bicicletta, risolvendo così il problema del parcheggio.

Alle 14.30, mentre il cielo non sa decidersi tra la pioggia e una timida schiarita, parte la canzone di Jovanotti “Mi fido di te” e arriva Veltroni che si fa strada verso il palco stringendo mani e ricambiando saluti e sorrisi.

Comincia il comizio, il discorso è chiaro, i concetti sono chiari, l’oratore parte dalla bellezza della location per esaltare la ricchezza del patrimonio artistico e paesaggistico italiano che può e deve diventare un punto di forza del rilancio della economia nazionale poi descrive il modello di paese che si vuole costruire: un paese che dia le opportunità per realizzare i propri sogni, ma non abbandoni chi è in difficoltà, un paese nel quale nessuno “resti solo”, un paese di cittadini responsabili e solidali.

Non è un discorso “contro”, ma è un discorso “per”, nel quale non si parla degli avversari politici, se non “pacatamente” (come direbbe Crozza), nel quale si richiamano grandi modelli ispiratori, uomini che hanno lavorato per il cambiamento e che hanno pagato con la vita il loro impegno: Martin Luther King, Robert Kennedy, Olof Palme e Iitzhak Rabin, poi, sulle note dell’Inno di Mameli, cantato in coro, la riunione si conclude.

Veltroni esce pressato da una folla entusiasta, la gente, piano piano, riavvolge le bandiere e si avvia verso i cancelli, anch’io mi allontano, con un’impressione strana dentro, una nuova voglia di fare, un desiderio di impegno: l’impressione che anche il nostro paese ce la può fare.

Yes we can.

monza 15 marzo