Quest’anno mi è toccata in sorte una classe decisamente anomala, si tratta di ragazzini tranquilli, che ascoltano le lezioni attentamente, trascrivono in bella copia gli schemi e gli appunti, si vergognano se vengono “pescati” a chiacchierare con il compagno di banco durante la spiegazione, di solito svolgono i compiti e, udite udite, generalmente studiano.

Roba da non credere, ogni tanto, mentre lavorano in classe nel più assoluto silenzio, mi scopro ad osservarli stupita perché, in trent’anni e più i carriera, una classe così la dovevo ancora vedere.

Ma il comportamento più “strano” si può notare durante gli intervalli, di solito, in prima media, è evidente una netta separazione tra femmine e maschi, anzi i due gruppi si evitano come la peste, si rivolgono a stento la parola e se lo fanno solitamente è per prendersi in giro, i miei ragazzi, invece, scendono in giardino, si ammassano su un gradino e se ne stanno lì, tutti insieme, a chiacchierare e scherzare, anche se i maschi, ogni tanto, si sfogano con una corsa però senza allontanarsi mai molto dalle compagne.

Si sta bene in una classe così, si lavora in modo sereno, anche perché non bisogna perdere un sacco di tempo a gestire i conflitti.

So benissimo che, con il passare del tempo, la situazione può mutare, ma per ora mi godo questa splendida anomalia.