Dialogo nel buio.

E’ difficile comprendere cosa provi una persona che vive nel buio, da quando mia madre, due anni fa, è diventata cieca spesso la scruto per cercare di capire quale sia la sua percezione della realtà, ma è veramente arduo riuscire a condividere la sua esperienza.

Qualche anno fa era stata allestita a Milano, nello spazio espositivo di Palazzo Reale, una mostra intitolata “Dialogo nel buio” che permetteva di svolgere un percorso in una serie di ambienti, completamente al buio, con il solo ausilio di un bastone e la guida di un accompagnatore non vedente.

L’avevo visitata con un po’ di riluttanza, ben conoscendo la mia inclinazione alla claustrofobia, infatti, in non poche occasioni, mi ero sentita a disagio sia per la percezione distorta delle distanze, sia per la forzata limitazione dei movimenti: mi muovevo a tentoni con grandi difficoltà, incerta e insicura e cercavo di seguire la voce dell’accompagnatore che mi sembrava (ed in realtà era) l’unico punto di riferimento a cui aggrapparmi, visto che non riuscivo a fidarmi delle mie capacità di riconoscere oggetti ed ostacoli con il tatto.

Cercando informazioni in rete sulle opportunità per i non vedenti ho scoperto che l’ Istituto dei ciechi di Milano ha allestito una mostra analoga (che credo sia permanente): a quanto ho capito si può visitarla individualmente ed accompagnare le scolaresche.

Forse la mia situazione familiare mi rende particolarmente sensibile a queste tematiche, ma credo che sia una esperienza interessante per tutti.

3 pensieri su “Dialogo nel buio.

  1. Alberto

    CAFFE’ NERO – E’ completamente al buio. Ed è bandita alcuna forma di fonte luminosa. Per entrare non bisogna avere né cellulare, né orologi dal quadrante luminoso. Perché al Cafénoir bisogna solo ascoltare: la musica dolce del pianoforte. Assaggiare: gli appetitosi stuzzichini serviti con l’aperitivo. Sorseggiare: i freschi cocktail preparati da barman non vedenti.

    Prima o poi ci vado. Qui

  2. giuliana

    quando ci fu la mostra dialogo nel buio, la mia agenzia si occupò di creare il sito della mostra (che non è più online). ci affiancò un non vedente, come consulente. il concept del sito era infatti: un’esperienza di navigazione “come se” fossimo non vedenti. in pratica, lo stesso principio della mostra sul web. il che significava un sito tutto bianco, i cui testi erano letti, ma tante immagini, anch’esse commentate, perché, come ci disse il nostro consulente esclusivo “mica solo perché siamo ciechi non abbiamo diritto alle immagini”. fu una bellissima esperienza, e il sito uno dei più ricchi (dal punto di vista di quello che mi ha lasciato) di quelli che ho fatto.

  3. e766091

    Anche io sono andata a visitare la mostra all’istituto dei ciechi due anni fa in Dicembre.
    E’ stata un’esperienza unica, che consiglio a tutti di fare.
    L’ambientazione (i profumi e rumori) percepiti durante l’attraversamento di diversi ambienti insieme alla percezione uditiva e tattile sono stati creati alla perfezione.
    Mi ha colpito infine come il gruppo di persone ‘vedenti’ che partecipava alla visita, una volta nel buoi più completo era totalmente indifesa, tentennante e totalmente dipendente dalla voce, dalla mano della guida ‘non vedente’!!

    Che rabbia poi pensare che le strutture e barriere architettoniche non permettano ai non vedenti una vita perfettamente normale e l’indipendenza completa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.