I villaggi rurali inglesi hanno chiesto di essere cancellati dai navigatori satellitari perché i cittadini sono esasperati dai continui intasamenti stradali che vedono mastodontici camion incastrati nelle anguste stradine tra boschi e brughiere.
Non ho ancora capito bene come funzionino, ma posso affermare che ben difficilmente troveranno alloggio sull’auto di casa: personalmente non sopporto che qualcuno mi dica dove devo andare (sono troppo anarchica per ubbidire ciecamente a istruzioni impartite da una macchina), so leggere una carta geografica, al massimo ho qualche problema quando devo ripiegarla, allora mi produco in avveniristici origami, ma quando devo individuare un percorso me la cavo alla grande.
La scorsa estate ho dovuto convivere per qualche giorno con quell’aggeggio infernale e ho rischiato l’esaurimento nervoso, ma la coppia che viaggiava con noi era totalmente dipendente dagli ordini perentori del navigatore e quindi, essendo ospite su un’auto non mia, ho dovuto fare buon viso cattivo gioco.
In realtà il navigatore aveva la voce suadente, ma ferma, di una navigatrice, voce apparentemente calma, ma che tradiva punte di irritazione quando non obbedivamo all’istante: se l’auto non impostava tempestivamente una curva, segnalata con grande anticipo, la “gentile” signora ci apostrofava con un perentorio “Svoltare ORA” che non ammetteva repliche.
Se poi decidevamo di fare di testa nostra la “navigatrice” ripeteva sino alla nausea (nostra) “Appena possibile, invertire il senso di marcia” e continuava per alcuni interminabili minuti, poi finalmente si rassegnava e lasciava cadere dall’alto “Sto ricalcolando il percorso” con voce evidentemente seccata.
Sto farneticando? I navigatori satellitari non provano sentimenti? Forse è così, ma, a mio modesto parere, godono un mondo nel cacciarti per angusti tratturi che ricordano in modo inquietante le scene iniziali del film “Non ci resta che piangere”.
Sicuramente esagero, ma sulla mia auto la “gentile” signora non riuscirà a imbarcarsi.
Siccome mi perdo due volte su tre, a me farebbe comodo.
A mia moglie ancor di più 🙂
Sciura Pina, anch’io dicevo così del cellulare. Ma come, mi devono sempre rintracciare? Poi…
ben detto … io il problema del ripiegare la cartina l’ho risolto: se non riesco dopo 2 o 3 tentativi, la faccio piegare ad altri!
Io trovo che il satellitare sia molto comodo, anzi dovrebbero essere dati in dotazione alle auto, dati i tanti “….” che, non sapendo dove si trovano, rallentano in mezzo alla strada, mettono la freccia ma non accostano mai, guardano i cartelli in cerca di qualche segno che li possa aiutare, poi ripartono all’improvviso come folgorati da un’intuizione senza guardare che magari qualche auto esasperata li sta sorpassando.
Vi dico che andare in macchina con qualcuno che vi chiede di leggere la cartina e contemporaneamente guardare i segnali stradali (mentre lui GUIDA!!) è davvero massacrante…
Ma che bello però, dopo avere litigato perchè ci si è persi, fare pace e scoprire che il posto raggiunto è forse meglio di quello tanto cercato…
Poi certo, dipende da dove si deve andare…
http://www.mybaggy.com/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&id=474
Anche io trovo abbastanza antipatica quella vocina. Soprattutto perchè a volte azzera la capacità di ragionamento di chi la ha in macchina, che comincia a fare tutto e solo quello che viene ordinato dal navigatore. Anche in provincia di Trento c’è un paese che soffre perchè inserito sulle mappe del tom tom. Peccato che la strada segnalata sul navigatore non sia ultimata, tutti ci arrivano, fanno dietro front e tornano indietro!
Diventeranno come il cellulare, che ormai è un lusso non averlo. Io per adesso me lo posso permettere
Quelli più ridicoli sono quelli che ce l’hanno acceso in autostrada
Una volta, su un’auto in prova che ce l’aveva, ho avuto l’ispirazione geniale di chiedermi se ne facessero anche di ludici. Per esempio quello coccole: “tesoro, sii gentile, mi piacerebbe tanto che fra 50 metri svoltassi a destra” oppure quello a insulti: “deficiente, cosa hai fatto torna subito indietro, no, ma perché mi tocca perdere tempo con te, sto ricalcolando ma se non mi dai retta la prossima ti ammazzo”. Poi l’orso capo mi ha detto che esistevano già, ma dove?
Però avete letto come lo usava per giocare con la figlia il protagonista di “Caos Calmo” di Sandro Veronesi?
Davvero non esistono navigatori affidabili? Un mio amico camionista mi diceva che non li utilizzava per evitare di finire incastrato in strettoie! Sarebbe un buon investimento…