Dire, fare, baciare, lettera, testamento.

Gira nella blogosfera un meme che sa di antico, di quando si giocava per la strada e, quando si perdeva, si doveva “pagare pegno”, cioè sottoporsi ad una penitenza, allora un’altra bambina stendeva la mano aperta e, rigorosamente ad occhi chiusi, si doveva scegliere un dito che corrispondeva ad una parola, cinque parole come cinque sono le dita della mano: dire, fare, baciare, lettera e testamento.

Poi c’era sempre qualcuno che decideva un’azione, più o meno umiliante, associata alla parola scelta e allora cominciava il bello (o il brutto); il meme in questione ha richiamato alla mia memoria tanti giochi, tante risate, ma anche tanti momenti di imbarazzo e di timidezza, miei o altrui, che allora, quando si dava importanza alle cose che sono importanti solo nell’infanzia, sembravano insormontabili, ma si sa che anche le picole-grandi difficoltà aiutano a crescere.

Allora cominciamo:

Dire: da bambina dovevo dire sempre qualche scioglilingua pieno di “erre” che, a causa della mia erre moscia, mi creava seri problemi; oggi “dire” significa dire sempre quello che penso, anche a costo di gaffes atroci, più o meno involontarie, come la volta in cui dissi a una collega che si ostinava a scrivere tutti i documenti a mano e si rifiutava di usare il computer: “Qualsiasi imbecille può imparare a scrivere e stampare un testo, persino tu!”

Fare: un tempo la “penitenza” consisteva nel fare qualche stupidata, che a me, un po’ imbranata, veniva malissimo, come suonare i campanelli e scappare; oggi amo fare lunghe passeggiate, osservando bene ciò che mi circonda, perchè anche il paesaggio più consueto può nascondere qualcosa di nuovo e poi fare fotografie, tante fotografie, ai fiori, agli alberi, alle finestre e a tutto ciò che mi incuriosisce.

Baciare: quando ero ragazzina si trattava sempre di baciare quello che ti piaceva, ma non l’avevi detto a nessuno e speravi che nessuno se ne fosse accorto, allora erano rossori e riluttanze infinite. Oggi non ho dubbi: bacio il Capitano che mi ha coinvolto in questo meme e mi ha permesso di fare questo viaggio nel tempo (Perlina non prendertela).

Lettera: vorrei scrivere a Babbo Natale per chiedere un dono veramente particolare, un buono per una dormita ininterrotta di ventiquattr’ore… chissà che non mi capiti davvero!

Testamento: spero che sia prematuro parlarne, tanto non ho molto da lasciare, vorrei però che “dopo” restasse un buon ricordo di me in quanti mi hanno conosciuto.

E adesso? Chi vuole giocare?

pozzanghera

5 pensieri su “Dire, fare, baciare, lettera, testamento.

  1. outer

    quindi, dicevo, spero non ti risentirai se mando l’invito che era destinato a questo blog, ad altri … ok ?

    un saluto

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