Tredici a tavola.

Nel mio paese, ma credo in tutte le piccole comunità, capita ogni tanto di uscire a cena con la “leva”, cioè con i coetanei, quelli che sono stati i tuoi compagni di giochi, di scuola, che magari hai perso di vista perché abiti altrove o hai orari di lavoro proibitivi, ma che ritrovi a cadenze più o meno fisse: il trentesimo, il quarantesimo, il cinquantesimo e via dicendo.

Sabato scorso siamo usciti insieme, anche se non si trattava di un decennale, perché, tutto sommato, abbiamo pensato che forse vale la pena di ritrovarsi un po’ più spesso e così, abbastanza arbitrariamente, abbiamo festeggiato i cinquantaquattro anni: siamo andati, nonostante il clima inclemente, in un accogliente locale dalle parti dell’Adda, un ristorante sobrio, ma elegante, dove abbiamo mangiato veramente bene, ma il cibo è un pretesto, tante volte basta una pizza, l’importante è stare insieme, chiacchierare un po’, rinsaldare dei rapporti piacevoli.

A causa di qualche defezione, provocata più che altro dai malanni di stagione, ci siamo ritrovati in tredici a tavola, ma che importa? Non siamo superstiziosi noi! Così, sotto lo sguardo un po’ perplesso dei camerieri, ci siamo accomodati e, mentre assaporavamo i cibi, annaffiati di buon vino, abbiamo amabilmente chiacchierato del più e del meno.

In realtà qualcuno ha notato, con un po’ di amarezza, che vent’anni fa si parlava di lavoro e problemi legati all’educazione dei figli, oggi invece parliamo dei piccoli o grandi disturbi dell’età e di pensioni, ma si sa: il tempo passa inesorabile per tutti.

Eppure, mentre mangiavo di buon appetito, mi sono estraniata per un attimo e mi sono guardata intorno: nonostante qualche capello grigio e qualche ruga e a dispetto di qualche chilo di troppo e di qualche capello in meno siamo sempre noi, siamo i ragazzi di una volta.

Forse sono un’illusa, ma che importa? L’importante è continuare a crederci.

5 pensieri su “Tredici a tavola.

  1. oscar ferrari

    Mi è capitato di farlo solo una volta, e quelli che erano i leader a scuola lo erano anche a cena. Infatti hanno chiesto al cuoco a nome di tutti di stare scarso col sale

  2. Alessandra

    No, non sei un’illusa, l’età è un sentimento, una sensazione, molto mutevole a mio avviso, quindi perché non godere di questo e lasciarsi andare, a dispetto dei capelli grigi e di qualche acciacco!

    p.s. quello di Monza è un evento privato, vicino a Monza però c’è Villasanta il 7/12 … se non sei lontana. Con piacere ho visto il tuo passaggio da me :))

  3. Alberto

    L’età c’è anche per me, e ogni tanto faccio cene come la tua. Non però a Milano dove abito ma al paesello natale in Liguria, dove gli amici d’infanzia e di scuola ce li hai tutti lì. C’è un mio collega di lavoro nato a Milano che gli amici d’infanzia, mi dice, li ha persi tutti di vista. Triste, no?

  4. agnese b.

    brava Pina!finalmente una persona serena senza fisime e superstizioni…che bello 54 anni così!un bacio

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