Lezione in biblioteca.

Ogni volta che riparto dalla prima media, dopo il primo mese di scuola, mi piace fare una lezione un po’ particolare: per una volta, con i ragazzi, lascio la scuola per trascorrere qualche ora nella biblioteca del paese.

La nostra biblioteca occupa un’ala del palazzo comunale che è una villa settecentesca collocata nel centro dell’abitato, affacciata sulla piazza principale proprio di fronte alla chiesa, con sale dalle grandi finestre e soffitti affrescati con scene di caccia o illustrazioni di momenti della vita dei campi.

Di solito occupo la sala dove sono sistemati i libri più adatti ai ragazzi e, dopo aver scelto alcuni libri a caso (la scelta è però accuratamente preparata in precedenza), leggo alcune pagine, generalmente le più significative, nel tentativo, che spesso ha successo, di spingere i miei allievi a continuare autonomamente la lettura.

Mi sembra importante la lezione in biblioteca perchè credo che i ragazzi debbano toccare i libri liberamente, sfogliarli, soppesarli, leggerne qualche frase, farsi un’idea della trama: in una parola i ragazzi devono avere la possibilità di scoprire che i libri non mordono, non sono degli oggetti misteriosi, ma possono diventare degli amici fidati e dei compagni preziosi nel tempo libero, devono poter accorgersi che la lettura non è un penoso dovere, ma un piacere che dona gioia, emozione, fantasia.

Siamo già a novembre: penso che sia ora di andare a dare un’occhiata da vicino alla biblioteca.

riflessi

4 pensieri su “Lezione in biblioteca.

  1. Laura

    Anche la mia prof d’italiano, in prima media, ci aveva portato a fare una lezione in biblioteca. Ricordo che mi era piaciuta. Mi piace la biblioteca, in generale.

  2. Gallinavecchia

    Sono assolutamente d’accordo, troppo spesso i ragazzi che non hanno mai letto per il piacere di farlo credono che tra le pagine dei libri si nascondano chissà quali mostri e pensano che la parola leggere sia sinonimo di tortura. Ho apprezzato moltissimo infatti l’iniziativa della scuola di mia figlia nella quale, fin dal secondo anno di materna, ogni 15 giorni la classe viene portata in biblioteca (nell’istituto ce n’è una molto grande e ben fornita). Quando ancora non sapevano leggere erano i bambini di quinta elementare che leggevano ad alta voce ciò che i piccoli sceglievano, adesso il libro scelto viene iniziato a scuola e poi portato a casa per essere finito con calma. Mia figlia è una gran lettrice, credo di averglielo proprio trasmesso io nel dna 😉 (vedi http://gallinavecchiafabuonbrodo.blogspot.com/2007/06/odor-di-libreria.html ) ma sono sicura che anche questa iniziativa scolastica sia stata altrettanto importante.

  3. sonia

    La mia tesi era centrata su una mostra di libri che ha girato fra le biblioteche trentine. La biblioteca è diventata in quell’occasione luogo di lettura, di canti di giochi. Insomma un luogo vivo dove, con rispetto, si può rimanere e stare con calma. Non solo passare e via (nella migliore delle occasioni!).
    sonia

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