Per uno sport “pulito”.

Ormai non c’è manifestazione sportiva sulla quale non aleggi l’inquietante spettro del doping, a controlli sempre più sofisticati si contrappongono metodiche sempre più raffinate, così dopo anfetamine e steroidi ( che i miei allievi si ostinano a chiamare asteroidi) si è passati all’autoemotrasfusione e all’eritropoietina e tutto ciò per migliorare le prestazioni, per correre un po’ più velocemente, per essere un po’ più forti, per salire un po’ più in alto (in fondo Citius! Altius! Fortius! altro non è che il motto olimpico).

E’ ora che lo sport ritorni alla primitiva purezza, quando si gareggiava unicamente ispirandosi a De Coubertin, è ora che si torni allo spirito cavalleresco del buon tempo antico.

Per questo motivo plaudo incondizionatamente alla scelta coraggiosa degli organizzatori della Maratona di New York che hanno deciso di contrastare la dannosa ed immorale pratica del doping: da quest’anno non si potrà più gareggiare accompagnati dalla musica, la pericolosa sostanza proibita che stordisce il cervello, dà il ritmo alla corsa e non fa sentire la fatica.

Purtroppo devo fare “outing”: anch’io, quando cammino in montagna, porto l’ipod, meno male che nessuno mi ha mai fatto l’antidopig.

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