Ogni tanto la televisione.

Si è da poco conclusa, su La7, la trasmissione dello spettacolo “Il sergente” di Marco Paolini, tratto dall’opera di Mario Rigoni Stern “Il sergente nella neve”.

L’attore, balzato all’attenzione del grande pubblico televisivo, qualche anno fa, con “Il racconto del Vajont”, ha saputo narrare, con il suo stile scarno e coinvolgente, fortemente evocativo, la tragedia della ritirata dei soldati italiani dell’Armir, durante l’inverno del ’42-’43, attraverso la Russia.

Personalmente amo il teatro di Paolini, che è teatro di narrazione, senza scenografia o costumi, ma imperniato sull’incredibile capacità, propria dell’attore, di raccontare con particolare vivezza gli avvenimenti, costruendo la storia a partire dalle storie individuali, con variazioni di tono dal comico al tragico.

Nel panorama televisivo, spesso deludente, lo spettacolo di Paolini mi è sembrato una piacevole voce fuori dal coro, un’occasione per riflettere su una crudissima pagina della nostra storia, un momento di impegno civile e sono convinta che chi stila i palinsesti, di tanto in tanto, dovrebbe trovare il coraggio di andare un po’ controcorrente e di proporre programmi di qualità, forse il pubblico si aspetta (e si merita) anche questo.

8 pensieri su “Ogni tanto la televisione.

  1. giacomo

    spettacolo eccezionale, ma spettacolo non è la parola giusta per descrivere quello che è andato in onda (e in scena) ieri. credo che non ci siamo ancora resi conto (tutti quanti) della statura di Paolini, un vero e proprio gigante in mezzo a tanti, troppi nani.

  2. sonia

    Anche io me lo sono gustato. La presenza e il commento di Mario Rigoni Stern ha concluso in bellezza una serata interessante e coinvolgente.
    sonia

  3. Alberto

    Mi è piaciuto e mi sono anche commosso perché la mia famiglia ha avuto due dispersi in Russia. Paolini è veramente un grande.

  4. ami

    Mi sono commossa, mi ha fatto tornare bambina quando mio nonno mi raccontava che il primo giorno al fronte ad Asiago guerra ’15-’18 venne fatto prigioniero. Aveva 17 anni e fu deportato in Ungheria. Qualche parola in ungherese ancora la so. Grandi Paolini e Rigoni Stern

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